Sono passati più di quaranta giorni e possiamo fare i primi quadri della situazione. Ci sono implicazioni e rischi che accomunano un po’ tutti durante questa quarantena. Provo ad elencarne alcuni:
–rallentamento generale di tutto: pensieri, emozioni, attività, metabolismo.
–mancanza totale o parziale di sovrastrutture culturali a cui aggrapparsi: siamo noi, in tutta la nostra nuda verità.
–problemi che vengono fuori, prima nascosti o messi sotto il tappeto.
–stravolgimento delle abitudini e scelte di vita. Dosi di follia gratuitamente offerte dalla situazione attuale, quindi possibilità di Cambiamento.
Povertà di stimoli, poco piacere, infelicità, pensieri ripetitivi: rischio depressivo.
E ancora, pensieri di preoccupazione per il futuro, mancanza di prevedibilità e programmazione che possono mettere a rischio le persone che soffrono di ansia. Si fanno cose che erano rimandate da anni o semplicemente accantonate dal troppo lavoro. All’inizio stupore per il nuovo fenomeno esploso: capirlo, conoscerlo, rimanerne attoniti.
Poi la fase creativa: ci si adopera per renderla quanto più viva, si trovano tutti gli stratagemmi per trasformare la noia in creatività. Gli spazi di casa sono diventati zattere, castelli, sale di danza, boschi, sentieri. Ma ora piano piano i tappeti ritornano tali e non sanno più volare, le porte si aprono alle camere di sempre… Ci stiamo forse preparando a uscire nuovamente da casa? Siamo stanchi e vogliosi di capire quale sarà la nuova normalità.
Non sappiamo in verità quando usciremo veramente da tutto questo. Ma ogni qualvolta immaginiamo di farlo è probabile che ci venga un nodo allo stomaco, un vuoto al pensiero di rimettersi in quel tram tram di ogni giorno. Paura. Rifiuto. Ansia. E’ probabile che si provi tutto questo.
Ad addolcire la pillola il fortissimo desiderio di rivedere i propri cari, amici e familiari.
Il rallentamento in cui ci troviamo invece, quello è talmente ampio e inaspettato che ci ha stordito, ha soppiantato col suo silenzio ogni appuntamento, ha dato nuovi ritmi alle nostre capacità. Forse a dire il vero non tutti riescono a realizzare durante la propria giornata quello che si erano messi in testa, perché non si è più in grado. Stiamo ad altre tempistiche, che ci rimettono in contatto con noi stessi e non è sempre piacevole. Una sedimentazione emotiva che ci obbliga a dire la verità a noi stessi. Dall’impasto che si deposita sul fondo, vengono irrimediabilmente su le bolle d’aria che conteneva: ecco l’ansia. Un contenuto che tenta di uscire quando tutto è fermo e intorno vi è silenzio.
Emerge spesso con estrema inutilità e raramente riusciamo a trasformarla in qualcosa di efficace. Eppure lì, proprio in quelle bolle, esiste la nostra possibilità di cambiamento. La follia di questo momento ci da la possibilità di sovvertire o modificare il sistema che vivevamo prima.
Se ci pensiamo prima infatti, possiamo prevenire i rischi che questa quarantena può provare in tutti noi e fare in modo che questi giorni lascino più lezioni e meno conseguenze. Non uscire a lungo porta a una povertà sensoriale che ci rende poco allenati agli usuali compiti fuori casa. Quando saremo pronti per riprendere le nostre attività, potremo trovarci investiti di stimoli a cui non siamo più abituati. Ansia, paure, tristezze, potrebbero investirci o tornare dopo più forti di prima. Prepariamo il nostro cuore adesso, esercitiamolo. Non molliamo la presa con i nostri amici, col vento, i fiori nei vasi, la pioggia dalla finestra, sperimentiamo l’andare e il tornare anche in spazi ridottissimi. Teniamo vivo oggi il suo palpitare, stiamo in casa ma non stiamo chiusi, perché un domani potremmo trovarci a non voler uscire più dal guscio o sentire battere il cuore per un nonnulla.
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